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"Il Libro dell'Es" è uno strano oggetto letterario che rifugge ogni tipo di definizione tradizionale, in bilico tra il romanzo epistolare, il resoconto pseudoscientifico dell'attività medica di un analista, un trattato sull'inconscio umano e la sua maniera di abitarci e la narrazione autobiografica delle vicende del protagonista. L'Es sarebbe una sorta di forza estesa alla natura, che anima e dà vita al mondo e a tutto quello che esso contiene. Con quest'opera Groddeck non intende superare gli specialisti della materia, gli esperti di psicoanalisi, non si rivolge a un'élite avvezza ai discorsi sull'inconscio, egli mira piuttosto a un pubblico molto più ampio, di cui fa parte la spettabile ma assai curiosa amica immaginaria a cui le sue lettere sono indirizzate. Il lettore può ben immaginare quale scossone possa aver rappresentato parlare tanto apertamente di inconscio, per di più a un'ipotetica interlocutrice donna, nel lontano 1923. Non stupisce che il libro venne, infatti, messo al bando dal Nazionalsocialismo e bruciato insieme alle altre opere di Groddeck.